Un romanzo davvero epico, forse per la sua incredibile drammaticità, forse perché tutto vero! Mario Rigoni Stern ripropone la propria storia di alpino nella Seconda Guerra mondiale, in particolare sul fronte russo dove le nostre truppe sono state protagoniste di una clamorosa disfatta e di una disastrosa ritirata. Errori strategici, o semplice follia bellica hanno portato migliaia di ragazzi al massacro: da parte dell’esercito russo prima e del non meno terribile “Generale Inverno” dopo. I due grandi “cattivi” di tutto il romanzo: la cronaca della disfatta e poi della ritirata.
Terribile la narrazione del connubio “soldato-mitragliatore da campo” durante la fase di ritirata: un’arma tanto micidiale, quanto imprecisa, inaffidabile, ma soprattutto pesante, ma in fondo l’unico “biglietto valido” per tornare a casa, quando ormai il nemico era da tutte le parti: davanti, ma anche dietro!!!
Uno splendido, delirante, racconto di quanta forza sia in grado di estrarre dal proprio animo l’attaccamento alla vita, e soprattutto un spunto per far riflettere le generazioni attuali su quanti sacrifici hanno fatto i nostri nonni per ottenere il benessere di cui soltanto pochissimi di loro hanno potuto beneficiare, convivendo con atroci ricordi … per sempre incancellabili.
Questo romanzo può essere una riconoscenza nei loro confronti, perché solo la memoria può mantenere vivi certi valori in grado di proteggere il futuro di tutti, e scongiurare il ripetersi di tragedie di questa portata!!!
Se fosse una canzone, "Bella ciao" canto partigiano sulla partenza per la guerra.
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