Il primo romanzo di Baricco che ho letto, e devo ammettere si tratti di un’opera davvero notevole, sia per impatto emotivo, sia per lo stile di narrazione, nella quale l’autore propone diversi punti di vista intorno allo stesso tema.
Il romanzo è la storia di un uomo qualunque, che nato in una anonima fattoria, scopre grazie al padre l’amore per i motori e la velocità, metafora del progresso, con tutti i sui pregi e le sue contraddizioni. Particolare che accompagnerà il protagonista per tutta la vita anche attraverso situazioni drammatiche come la sconfitta di Caporetto. Il romanzo è questo: il racconto di un sogno attraverso tutta la vita di un uomo: dalla sua nascita fino alla morte, quasi nascosta e incomprensibile, forse per dare più risalto a ciò che il protagonista ha inseguito tutta la vita.
Presenza costante nel romanzo è la velocità, che viene proposta con uno stampo futurista (molti sono i riferimenti a Marinetti) assumendo diverse forme, forse per confermarne la natura. Le auto da corsa, e i circuiti sono metafore della vita che corre fugace, e le curve ne sono la vera essenza, confondendosi spesso tra realtà e sogno.
Particolarmente profondi alcuni passi, che sottolineano queste caratteristiche:
“Se ami qualcuno che ti ama, non smascherare mai i suoi sogni. Il più grande e illogico sei tu.”
“Minuscola nel niente della sera, sfilava, la motocicletta, piccolo battito di cuore nell’immensità della campagna. Al suo passaggio sollevava una fragile cresta di polvere e si lasciava dietro un profumo, acido, di bruciato. Poi il profumo svaniva e si dissolveva nella luce. Così si chiudeva il cerchio dell’accadere, nella quiete apparentemente immutata delle cose.”
“… la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, e felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. … Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.”
Bellissima la “dedica” che Baricco fa nella pagina dei ringraziamenti a Valenti Rossi… monumento vivente alla velocità e al coraggio di continuare ad inseguire un sogno. Lo consiglio a tutti, in quanto ritengo possa essere considerato un'opera d'arte di letteratura contemporanea.
Se fosse una canzone, “Running free” degli Iron Maiden.
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