venerdì 5 novembre 2010

Vernon God Little - DBC Pierre

Un romanzo davvero cattivo. Un freddo ritratto della moderna America di provincia, dove il "Sogno Americano", non è mai arrivato, e i protagonisti sono sempre e comunque degli sconfitti.
E ‘ la storia di un ragazzino che si trova coinvolto in un fatto di cronaca più grande di lui: nella sua cittadina (Martirio... e già il nome è tutto un programma!!) sperduta nella provincia da qualche parte nel Texas, avviene il massacro di alcuni compagni di scuola ad opera del suo migliore (nonchè unico) amico.
E il protagonista, ribelle, sfrontato, aggressivo, misantropo, è una fin troppo facile preda dei cacciatori di colpevoli. In una realtà dove la felicità è costituita dal possedere oggetti e dal comparire in televisione, una condizione finta e surreale dove egli, da sempre condizionato, comincia a riscoprire il senso della vita proprio dalla sua fuga: proprio compiendo quelle scelte e quei gesti che nessuno di noi compierebbe mai, sottolineando la sua enorme inettitudine alla vita. In questo modo tutta la storia diventa una scena surreale dove tutti gli altri attori sono nemici e anche quelli che egli ritiene essere dalla propria parte si rivelano schiavi di un sistema che ormai ha fagocitato tutto e tutti, lasciando come ultima e unica possibilità la fuga.
Molto bello, mantiene sempre un ritmo vivace e veloce, con dialoghi spesso volgari e violenti, ma sicuramente consoni alla realtà della narrazione. Graffiante la morbosa e perversa attrazione che il protagonista nutre nei confronti della biancheria intima femminile. Bellissime le descrizioni dei personaggi... in particolare le amiche della mamma del protagonista.
Se fosse una canzone "American idiot" dei Green Day.

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