Questo romanzo è qualcosa di diverso dalla solita autobiografia sull’esperienza all’interno del famoso, e discusso, corpo d’elìte dell’Esercito Francese. L’autore, che dice molto poco di se stesso, propone la sua storia come un’amara accusa rivolta alla Francia per tutte le illusioni che nel tempo questa ha trasformato in dolorose condanne da scontare.
L’autore con questo romanzo propone i ricordi della propria vita segnata da emarginazione e difficoltà fin dall’infanzia, in un’Italia troppo impegnata a risollevarsi dalla guerra per prestare attenzione a situazioni di totale deriva sociale. Senza riferimenti adeguati, l’autore-protagonista finisce così per arrivare in Francia in cerca di fortuna, e subito intercettato dalla gendarmeria riceve la proposta di un arruolamento di cinque anni nella Legione Straniera, con in cambio la promessa di grandi opportunità di lavoro e riconoscenza da parte di quella che sarebbe diventata la sua nuova patria. Entusiasmo, incoscienza, e soprattutto necessità portano l’autore ad accettare l’offerta, che lo vedrà protagonista attivo in teatri di guerra, proprio mentre l’Italia con fatica si stava risollevando dal disastro bellico.
E. Della Casa a Kef El Amar 07.01.59 |
La guerra è sempre la stessa, e anche se cambiano i colori degli eserciti e gli scenari delle battaglie, l’orrore di questi racconti aggiunge soltanto altro sgomento di fronte ad un’assurdità talmente grande.
La storia prosegue anche oltre l’esperienza fatta con la Legione Straniera in Algeria, dapprima in Africa e poi a Parigi, terminando con la violenza inaudita di una condanna inflitta solo per aver cercato di inserirsi per anni in una società che dapprima aveva regalato promesse e alla fine restituito soltanto emarginazione e indigenza.
La lettura non è mai noiosa, anche se alcuni punti ha un ritmo decisamente più lento e spesso risulta evidente che l’opera non sia il prodotto commerciale di uno scrittore professionista, quanto piuttosto il duro racconto animato da rabbia e risentimento di un ex-soldato. E’ comunque un romanzo molto incisivo e duro.
Se fosse musica, “Le Boudin”, uno dei canti della Legione Straniera… penso che non ci potrebbe essere nulla di più rappresentativo!!!
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