lunedì 5 agosto 2019

L’ospite del senatore Horton – Clifford D. Simak

Confesso di non essere un fan sfegatato del genere fantascientifico, forse perché uno dei requisiti essenziali è quello di avere una fantasia molto elastica in grado di entrare nelle storie più assurde ed impensabili.
Questo romanzo però, pur essendo di fantascienza è qualcosa di diverso, e pur essendo spaziale, futuristico e ad oggi praticamente fantastico è estremamente concreto e credibile.
E’ la storia di Blake, astronauta di un prossimo remoto futuro rinvenuto in una capsula spedita nel cosmo secoli prima e data per dispersa, definitivamente dimenticata con lo scopo di quella incredibile missione. Riportato sulla Terra e con i ricordi terribilmente confusi, anche da alcuni strani fenomeni di confusione della personalità il protagonista si trova a vagare in un bosco, raggiungendo per caso la casa del senatore Horton un politico attivo nella conservazione etica dell’umanità.
La storia si articola e si complica con nuove graduali scoperte circa il passato del protagonista, anche grazie alla casuale (casuale??) comparsa di strane creature, i brunetti, arrivate dallo spazio e stabilitesi in modo molto appartato nei boschi poco frequentati. Grazie a costoro il protagonista scopre la propria natura e quanto custodito nella propria coscienza: non più un uomo confuso, ma il risultato di un progetto, complesso e complicato naufragato ancor prima di iniziare.
Non ci sono cattivi, o forse non più, perché la tematica centrale è più etica che fantascientifica, in quanto la storia è solo la conseguenza di scelte folli di secoli prima. Blake è reale, vivo, cosciente e consapevole della propria diversità, ma sicuramente non complice di un risultato che nemmeno lui avrebbe voluto.
Lettura bellissima e avvicente, di facile scorrevolezza che non trasporta il lettore in pianeti alla Guerre Stellari, ma semplicemente stuzzica riflessioni e angosce terribilmente attuali.
Un passo particolamente suggestivo:
Senza intelligenza, tutta la materia, tutta l’energia, tutto il vuoto, erano cose prive di conseguenza, perché non avevano un significato. Solo l’intyelligenza poteva dare un significato alla materia e all’energia.
Comunque, penso Blake, sarebbe stato bello avwere un punto di approdo in mezzo a tutto quel vuoto.Guardare un particolare ammasso di energia e poter dire: “Quella è casa mia”,

Se fosse una canzone, “Welcome home (Sanitarium)” dei Metallica nella versione live Stockholm del 7 maggio 2018.

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