Un romanzo autobiografico dove con gli occhi di un bambino viene descritto un paese in un periodo di profonda trasformazione.
E’ la storia dell’infanzia dell’autore, trascorsa accanto alla mamma, che con tutte le sue incertezze e dubbi esistenziali, lo costringe ad un continuo vagabondare da una località ad un’altra degli Stati Uniti. Quando poi sembra essere riuscito ad inserirsi in una dimensione “normale” con un compagno della mamma che ha già tre figli, in realtà è solo l’inizio di una fase ben più dura, dove l’uomo si rivela un tiranno nei confronti del protagonista.
E la storia cambia di nuovo, di nuovo in viaggio, in continuo inseguimento di un equilibrio che purtroppo non esiste, e la vita diventa una sopravvivenza, fatta di piccole vittorie, ma anche di grandi sconfitte, dove spesso la cattiveria e la crudeltà sono gli unici ingredienti di una esistenza troppo amara.
Molto bello, incalzante, ironico e soprattutto molto positivo: anche nei momenti peggiori, l'essere bambini aiuta a superare difficoltà incredibili, ma anche a cacciarsi in terribili pasticci!!!
Un passo del romanzo esprime a pieno il senso di sacrificio e di abnegazione del protagonista, ma contemporaneamente la voglia di ribellione e di rivalsa tipica di ogni adolescente:
“L’uomo che si abbandona ad una vita disordinata è impotente di fronte alle avversità. Egli si stanca presto. E’ il tipo che di solito manca di coraggio proprio al momento cruciale. Non sa incassare e tornare al sorriso.”
Un passo del romanzo esprime a pieno il senso di sacrificio e di abnegazione del protagonista, ma contemporaneamente la voglia di ribellione e di rivalsa tipica di ogni adolescente:
“L’uomo che si abbandona ad una vita disordinata è impotente di fronte alle avversità. Egli si stanca presto. E’ il tipo che di solito manca di coraggio proprio al momento cruciale. Non sa incassare e tornare al sorriso.”
Lo consiglio a tutti, perché una lettura positiva anche se in un contesto drammatico, può sicuramente far piacere e certamente aiutare a capirsi e ad apprezzarsi di più.
Se fosse una canzone “Moondance” di Micheal Bublè.
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