Questo romanzo è la storia di una famiglia, gli Schwartz appunto, calata in un’esistenza normale e a tratti monotona segnata dall’allontanamento della mamma, e dalle folli bizzarrie del papà. Ognuno dei protagonisti, inoltre, è protagonista di un ruolo forse troppo grottesco e bizzarro per evidenziarne le caratteristiche. Il romanzo assume un aspetto decisamente più riflessivo quando il papà viene colto da un ictus, e la famiglia gli si stringe intorno per accudirlo… con tutti i limiti, le contraddizioni e le presunzioni di persone incatenate ad una esistenza già scritta, dove i vincitori sono sempre gli altri, ma i protagonisti rimangono capaci di grandi prove di umanità.
E’ una lettura divertente con grandi spunti di riflessione, per chi non ha voglia di cimentarsi in un’opera “impegnata”, ma al tempo stesso fuggire la frivolezza commerciale di troppi libri in circolazione.
La lettura è davvero scorrevole e molto piacevole, condita spesso da situazioni bizzarre e divertentissime, ma anche da momenti estremamente toccanti e drammatici… forse un ritratto fin troppo vero di una qualunque famiglia anonima.
Se fosse una canzone “Sing” dei Travis.
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