Questo romanzo ripropone un tema ricorrente nelle narrazioni di Steinbeck: lo scontro nell’uomo tra le forze della natura e quelle della propria coscienza.
E’ la storia della famiglia Wayne, che abbandona la fattoria nel Vermont per trasferirsi nella California della fine del XIX secolo: terra ancora di pionieri e praterie da conquistare. Tutto ruota intorno al carismatico Joseph, che partito in avanscoperta, individua la terra da sempre sognata aprendo la strada al trasferimento di tutta la famiglia, rimasta ormai orfana dell’anziano padre nel frattempo deceduto.
I fratelli Wayne costruiscono le loro case intorno ad un grande albero, al quale Joseph dona fin dal primo incontro un ruolo mistico, assecondando la certezza che oltre la Frontiera nemmeno Dio è già arrivato, e in queste terre esistono regole ed entità con le quali è indispensabile coesistere.
La tenacia e la caparbietà di Joseph spingono la grande famiglia nella conduzione del podere, superando difficoltà e anche atroci disgrazie come la morte della moglie del protagonista.
La forza di Joseph verrà messa a dura prova dall’arrivo di una terribile stagione secca, che progressivamente impoverirà le derrate mettendo alla fame il branco di mucche posseduto, e costringendo la famiglia a trasferirsi altrove per mettere in salvo il bestiame nel disperato tentativo di salvarsi dalla rovina completa.
Tutti partono abbandonando le proprie case, scortando il bestiame verso terre più a nord sfuggite alla siccità che dura ormai da mesi. Joseph rimane: completamente rapito da un delirio fatto di orgoglio e suggestione mistica che vuole individuare come causa di queste disgrazie le ire di un “Dio sconosciuto” rappresentato in terra da una strana e minacciosa roccia nascosta in un bosco di pini, e sui quali i nativi locali raccontano oscure leggende… Dalla roccia sgorga una piccolissima sorgente rimasta quasi asciutta, ma la tenacia e l’ormai folle amore per la propria terra costringeranno Joseph ad alimentare la roggia ormai morente con un gesto tanto estremo quanto assurdo, regalando un finale tragico, anche se bagnato dalle tanto attese piogge.
Una storia forte e coinvolgente in grado di scuotere in profondità l’animo del lettore, che vista l’intensità della narrazione percepisce gli stessi drammi vissuti dai protagonisti con un senso di impotenza e disarmante rassegnazione di fronte alla tenacia del protagonista. Joseph è un vero contadino, e in questo romanzo Steinbeck esalta le doti di questa vocazione che qualcuno chiama mestiere.
Ritengo si tratti di un romanzo magnifico, ma forse io sono troppo di parte perché ritengo Steinbeck il mio scrittore preferito…
Se fosse una canzone, “The Bard’s song – In the forest” dei Blind Guardian