Ho letto questo romanzo per caso, dopo averne trovata una
copia abbandonata sul treno regionale che collega Savona a Genova.
Si tratta del primo romanzo di questa giovane scrittrice,
che già dalle note in copertina lascia anticipa il tema della narrazione.
Il romanzo è molto ben scritto, con una storia presentata in modo molto originale, giocando sul ruolo di una psicanalista che raccoglie le confidenze di una propria paziente: la narrazione si articola intorno alle scelte che una donna può trovarsi ad operare, molte volte anche drastiche circa la compatibilità di carriera, famiglia, passione, passato. Nasce così la volontà di riconoscersi in Penelope, spregiudicata e passionale donna in carriera, oppure in Anastasia, tranquilla e dimessa, alternando decisioni e ruoli che spesso di confondono e sovrappongono.
Il romanzo è molto ben scritto, con una storia presentata in modo molto originale, giocando sul ruolo di una psicanalista che raccoglie le confidenze di una propria paziente: la narrazione si articola intorno alle scelte che una donna può trovarsi ad operare, molte volte anche drastiche circa la compatibilità di carriera, famiglia, passione, passato. Nasce così la volontà di riconoscersi in Penelope, spregiudicata e passionale donna in carriera, oppure in Anastasia, tranquilla e dimessa, alternando decisioni e ruoli che spesso di confondono e sovrappongono.
Un uomo potrà certamente riconoscere tanti comportamenti già
visti nella propria vita reale e ritenuti assurdi, ma non sarà la lettura di
questo libro ad aiutare nella comprensione dell’universo chiamato “donna”. La
lettura è appassionante, ma dopo un certo punto la narrazione diventa confusa, mischiando
la protagonista con il suo alterego talmente bene da non lasciare più
comprendere cosa stia realmente succedendo.
Il finale costringe il lettore con il fiato sospeso fino
all’ultima riga, regalando una conclusione che purtroppo, nonostante l’abbia
riletta più volte, non sono riuscito a comprendere, come peraltro non ho capito
a cosa si riferiscano le lettere nere citate nel sottotitolo.
Forse è proprio l’intenzione dell’autrice lasciare un velo
di mistero, o forse per capire le donne è necessario non essere un uomo… chissà,
in ogni caso la lettura non è stata impegnativa, ma nemmeno divertente, e a
questo punto mi viene il sospetto che la copia che ho letto non sia affatto
stata dimenticata.
Se fosse una canzone mi viene in mente solo “WWW Mi piaci tu” di Alexia.