Questo libro è un’interessantissima proposta per
l’approfondimento di tutti quegli strumenti che nel medioevo si resero
protagonisti nelle battaglie sotto la più generica definizione di "armi pesanti". L’uomo ha da sempre cercato
nella tecnica bellica il potenziamento della propria capacità di offesa e nel
medioevo si assiste al massimo sviluppo di macchine la cui finalità poteva
toccare sia l’attacco, sia la difesa.
Il questo saggio vengono proposte tutte quelle macchine che
hanno fatto la storia dei grandi assedi, ma anche di cruente battaglie campali,
dando dimostrazione di come l’intelligenza umana messa al servizio dell’odio
possa generare raccapriccianti strumenti di morte.
L’offerta documentale è davvero eccellente, presentando al
lettore caratteristiche, particolari, disegni e anche una ricca galleria
fotografica di armi d’assedio ricostruite ed esposte.
L’illustrazione delle varie macchine, quali per ricordarne alcune, catapulte,
onagri, trabucchi, baliste, ecc… è poi un’occasione per riportare stralci di
cronache di battaglie dalle quali si evince con estrema amarezza quanto fosse
dura la guerra a quei tempi nei quali non esisteva ancora la polvere da sparo.
Il libro si completa inoltre di una ricostruzione dell’assedio
di Cremona.
La lettura appassiona da subito, non annoiando mai il
lettore con particolari e dettagli, rendendo l’esperienza molto interessante e
piacevole anche verso coloro che non possono dirsi appassionati del genere.
Se fosse una canzone “Testament” di Gaë Bolg And The Church Of Fand.