mercoledì 25 maggio 2011

Al Dio sconosciuto – John Steinbeck

Questo romanzo ripropone un tema ricorrente nelle narrazioni di Steinbeck: lo scontro nell’uomo tra le forze della natura e quelle della propria coscienza.
E’ la storia della famiglia Wayne, che abbandona la fattoria nel Vermont per trasferirsi nella California della fine del XIX secolo: terra ancora di pionieri e praterie da conquistare. Tutto ruota intorno al carismatico Joseph, che partito in avanscoperta, individua la terra da sempre sognata aprendo la strada al trasferimento di tutta la famiglia, rimasta ormai orfana dell’anziano padre nel frattempo deceduto.
I fratelli Wayne costruiscono le loro case intorno ad un grande albero, al quale Joseph dona fin dal primo incontro un ruolo mistico, assecondando la certezza che oltre la Frontiera nemmeno Dio è già arrivato, e in queste terre esistono regole ed entità con le quali è indispensabile coesistere.
La tenacia e la caparbietà di Joseph spingono la grande famiglia nella conduzione del podere, superando difficoltà e anche atroci disgrazie come la morte della moglie del protagonista.
La forza di Joseph verrà messa a dura prova dall’arrivo di una terribile stagione secca, che progressivamente impoverirà le derrate mettendo alla fame il branco di mucche posseduto, e costringendo la famiglia a trasferirsi altrove per mettere in salvo il bestiame nel disperato tentativo di salvarsi dalla rovina completa.
Tutti partono abbandonando le proprie case, scortando il bestiame verso terre più a nord sfuggite alla siccità che dura ormai da mesi. Joseph rimane: completamente rapito da un delirio fatto di orgoglio e suggestione mistica che vuole individuare come causa di queste disgrazie le ire di un “Dio sconosciuto” rappresentato in terra da una strana e minacciosa roccia nascosta in un bosco di pini, e sui quali i nativi locali raccontano oscure leggende… Dalla roccia sgorga una piccolissima sorgente rimasta quasi asciutta, ma la tenacia e l’ormai folle amore per la propria terra costringeranno Joseph ad alimentare la roggia ormai morente con un gesto tanto estremo quanto assurdo, regalando un finale tragico, anche se bagnato dalle tanto attese piogge.
Una storia forte e coinvolgente in grado di scuotere in profondità l’animo del lettore, che vista l’intensità della narrazione percepisce gli stessi drammi vissuti dai protagonisti con un senso di impotenza e disarmante rassegnazione di fronte alla tenacia del protagonista. Joseph è un vero contadino, e in questo romanzo Steinbeck esalta le doti di questa vocazione che qualcuno chiama mestiere.
Ritengo si tratti di un romanzo magnifico, ma forse io sono troppo di parte perché ritengo Steinbeck il mio scrittore preferito…
Se fosse una canzone, “The Bard’s song – In the forest” dei Blind Guardian

giovedì 19 maggio 2011

L’alchimista – Paulo Coelho

“L’alchimista” è un romanzo campione di incassi, più di un milione di copie vendute, e un sacco di citazioni più o meno autorevoli. Sono sempre scettico sulle letture di massa, sulla critica fatta con il registratore di cassa, ma questa volta sono costretto a ricredermi.
Paulo Coelho, approfittando di una storia semplice e comune (la vita di un “pastorello”), propone una narrazione ricca di episodi e riflessioni che costringono il lettore ad immedesimarsi nel protagonista, trasformando ogni avvenimento in una metafora sulla propria vita: uno specchio di lettura dove ognuno di noi può riconoscersi, protagonista di se stesso, vero attore della propria vita.
Il romanzo racconta la storia di Santiago, un giovane pastore spagnolo che per inseguire un sogno lascia il suo gregge e si avventura in un viaggio che lo porterà fino alle Piramidi, ma che condurrà la sua anima e la conoscenza di se stesso molto più lontano.
La narrazione è molto veloce e scorrevole, e spesso gli episodi narrati sono quasi surreali per esprimere in modo più efficace le riflessioni dell’autore intorno ad argomenti come la speranza e la sicurezza in se stessi. Vietato aspettarsi i tratti di un romanzo di avventura, quanto piuttosto lasciarsi trasportare dalle parole. Alla fine è come se tutto fosse già scritto dentro di noi, e la lettura può solo aiutare a estrarre quanto di più bello ognuno di noi nasconde del proprio animo. Un estremo invito rivolto a tutti perché non ci si rassegni mai a smettere di inseguire i propri sogni, un incoraggiamento profondo e positivo, quasi incosciente ed adolescenziale, ma sicuramente stupendo.
E’ il primo romanzo che leggo di questo autore, e soprattutto il primo che tratta in modo così concreto argomenti tanto astratti e nascosti in ognuno di noi.
Se fosse una canzone, “Peacefull easy feeling” degli Eagles.

lunedì 16 maggio 2011

Il Taumaturgo – Thomas M. Disch

Questo romanzo di fantasia/fantascienza è quello che si potrebbe definire uno dei tanti manifesti della letteratura da Autogrill… il classico libro che compri perché sulla pompa 4 c’è coda, e per uscire dalla toilette devi fare il giro di tutto il minimarket.
La storia di un ragazzino che entra in possesso di un “caduceo”, strumento di origine mitologica che permette di materializzare maledizioni e sortilegi di qualunque entità. Il protagonista comincia così un crescendo delirante di cattiverie verso le persone che lo circondano, attraversando in questo cammino perverso la propria vita all’insegna della megalomania.
L’idea di partenza è originale, e stuzzica divertenti suggestioni nel lettore; purtroppo la narrazione prosegue lenta e piena di banalità, regalando spesso al lettore la volontà di interrompere la lettura. Io sono riuscito ad arrivare fino in fondo, ma solo per la curiosità di vedere a cosa approdasse una narrazione che appare quasi priva di significato.
Lo consiglio solo a chi ha intenzione di punirsi con qualche ora di terribile noia.
Se fosse una canzone, la stupenda “Tuca Tuca” Raffaella Carrà.

martedì 10 maggio 2011

Nelle terre estreme - John Krakauer

La magistrale ricostruzione degli ultimi due anni di vita di Chris McCandless: un giovane sognatore, infinitamente perso nei suoi ideali di contatto con la natura, tanto da perdersi letteralmente nella disperata ricerca di se stesso.
Impressionante il contatto che l’autore trova con il protagonista, e che in modo quasi casuale anima una ricerca frenetica e minuziosa di una serie di particolari e racconti che permettono la creazione di quest’opera, regalando al lettore quanti più elementi possibile per far rivivere a chiunque quel senso di agitazione provato nell’apprendere questo fatto di cronaca.
La storia vera di un giovane che appena laureato abbandona tutti i suoi averi e i rapporti con il mondo conosciuto fino ad allora, per avventurarsi in un viaggio alla disperata ricerca di un senso di equilibrio attraverso letture (Jack London, Henry D. Thoureau) e viaggi che esaltino il contatto con la natura, fino a culminare nell’avventura che gli avrebbe tolto la vita: l’Alaska, vissuta da vicino, in modo selvaggio, e totale.
Chris McCandless
Chris McCandless, o Alex Supertramp come amava farsi chiamare, si avventura a piedi attraverso lo Stampede Trail, un vecchio sentiero che si perde nella foresta del centro Alaska, attraversando il fiume Teklanika e inoltrandosi in una zona completamente isolata: qui troverà ricovero in un vecchio autobus di Fairbanks, abbandonato decenni prima dalla società che avrebbe dovuto realizzare una strada, poi mai completata. Il vecchio autobus diventerà la sua casa e la sua tomba, obbligato alla permanenza dal disgelo che ingrossa il Teklanika rendendo impossibile ogni tentativo di guado.
La bellissima ricostruzione permette al lettore di avvicinarsi al protagonista superando quei giudizi fatti dei soliti luoghi comuni, che lo hanno dipinto come un pazzo squilibrato. Si percepisce concretamente il disagio di un’esistenza segnata da una grande delusione sentimentale in seno alla sua famiglia, e la disperata ricerca di certezze così forti in grado da costituire le basi dell’esistenza.
Bus 142 - Stampede Trail
Chris alla fine vince la sua guerra, scopre quei limiti e quelle soddisfazioni alla base della sua ricerca, impattando dolorosamente contro alcuni errori di valutazione e alcune negligenze, che purtroppo gli sono costate la vita.
Durante la lettura si ha l’impressione di condividere le emozioni provate dal protagonista, forse per l’epilogo noto fin dall’inizio, e trovando un senso di nostalgia e dispiacere per la morte di un ragazzo che alla fine cercava soltanto quella pace interiore che la vita non era riuscita a dargli, preferendo intraprendere un cammino con un obiettivo preciso piuttosto che, come troppi coetanei, soccombere nell’oblio della droga o dell’alcool.
Lo consiglio a tutti quelli che hanno un forte legame con la natura e un animo riflessivo capace di leggere oltre le apparenze. Da questo romanzo è stato anche tratto un film realizzato da Sean Penn.
Se fosse una canzone, “Knocking on heaven’s door” di Bob Dylan

giovedì 5 maggio 2011

La luna è tramontata – John Steinbeck

Un romanzo che la critica definisce “minore”, di colui che personalmente considero il mio scrittore preferito… anche se l’aggettivo “minore”, sinceramente, mi riesce difficile da accettare. E’ sicuramente lontano dalle narrazioni a Steinbeck più famose, ma è certamente un grande romanzo pur essendo molto breve.
E’ la storia di un piccolo paese della Norvegia che durante la Seconda Guerra Mondiale subisce l’invasione da parte di un battaglione tedesco: e la storia è quella ormai famosa fatta di occupazioni, rappresaglie e violenza alla stato puro. L’invasione è motivata dallo sfruttamento di un giacimento di carbone, che per la pacifica cittadinanza si traduce in una vera e propria riduzione in schiavitù. Il romanzo è questo: il senso di riscatto, anche quando tutto sembra impossibile, anche quando non si ha il coltello dalla parte del manico.
I personaggi, come sempre nei romanzi di Steinbeck, sono meravigliosi, e soprattutto il sindaco e la sua governante riescono a donare al lettore un’interpretazione dei fatti vista con occhi diversi e opposti: la razionalità fredda e audace del sindaco, e il coraggio incosciente e sfrontato della sua cameriera. Tutto, inseguendo il sogno della libertà, un ideale che trasforma le prede in predatori, descrivendo in maniera magistrale il terrore della morte che non risparmia nemmeno l’invasore prepotente e aggressivo. Una storia che esalta le paure, i limiti e soprattutto il senso di reazione dell’uomo.
Un’altra Resistenza, ma per certi versi identica a quanto successo in Italia negli stessi anni, dove i protagonisti erano animati dalle stesse emozioni e paure: riflessioni di vita che non lasciano vincitori ne vinti, ma solo combattenti.
La narrazione è velocissima, e leggendo si rimane letteralmente assorbiti e rapiti dalla lettura, che anche in considerazione delle poche pagine dell’opera dura veramente pochissimo.
Se fosse una canzone, per gli argomenti trattati, sicuramente l’indimenticabile “Bella ciao”.