lunedì 23 gennaio 2012

L’uomo che restò solo sulla terra – George Gaylord Simpson


Questo romanzo è una piccola opera d’arte. George Gaylord Simpson, scomparso nel 1984, è stato un famoso paleontologo americano, nonché docente universitario, che tra le sue varie pubblicazioni ha trattato prevalentemente il tema dell’evoluzione oltre ad approfondite analisi sulla specie equina.
Questo romanzo è la sua unica esperienza narrativa, e propone con originalità stupefacente la storia fantastica di uno studioso che in un remoto futuro, lavorando alla macchina del tempo, si ritrova catapultato nel passato, in pieno Mesozoico., in mezzo ai dinosauri. La storia è il ritrovamento, ai giorni nostri, di alcune tavole di argilla che lo sventurato scienziato ha avuto cura di nascondere, con l’obiettivo di restituire la sua esperienza alla collettività.
L’argomento è originale, e la storia un’occasione per offrire al lettore una finestra su un mondo così diverso da quello attuale, lontano dagli stereotipi cinematografici di Jurassik Park, ma comunque spettacolare ed entusiasmante.
Nella lettura non ci si annoia mai, il ritmo è veloce ed incalzante, e sono parecchie le riflessioni intorno alla solitudine e alla natura sociale dell’uomo.
Mi è piaciuto molto e lo consiglio a tutti: facile, emozionante e soprattutto un punto di vista diverso per conoscere particolari scientifici da una fonte comunque autorevole.
Se fosse una canzone, l’immortale “Who wants to live for ever” dei Queen.

lunedì 9 gennaio 2012

Ho visto gli animali piangere – Giancarlo Ferron


“Faccio il guardiacaccia da tanti anni e mi sento nemico naturale dei bracconieri. Ho distrutto tanti scarponi, sono passato attraverso temporali, ho dormito sotto le stelle, e ho camminato nella neve. Ho visto animali nascere, vivere e morire. Tanti troppi, li ho visti soffrire per colpa dell’uomo. Ho scritto quello che ho visto e sentito.”
La presentazione che l’autore propone per questa raccolta di racconti è davvero splendida: racchiude in poche parole l’essenza e lo spirito della sua professione, offrendo al lettore dei fotogrammi di una vita diversa, carica di fascino e a mio giudizio assolutamente indispensabile.
I racconti che compongono quest’opera sono suddivisi secondo tre aree tematiche: l’uomo, gli animali, la natura, che inevitabilmente interagiscono sempre, ma offrono protagonisti diversi. Le storie sono belle, di una semplicità disarmante, e spesso anche molto commoventi. I cattivi sono sempre gli stessi e le vittime anche, ma nonostante questo però non riesco a definirlo un libro triste: l’autore è un guardiacaccia e con il suo lavoro, la sua passione e il profondo amore per la natura, anima un confronto deciso, dove l’importante è non arrendersi a coloro che vogliono assoggettare la natura ad un bene di consumo.
Bellissimo il racconto “Bepo dei boschi”!
Mi è piaciuto moltissimo e consiglio la lettura di questo libro a tutti, soprattutto a chi vive in città e ha poche occasioni per comprendere il significato della natura, anzi della Natura; aiuta a riflettere e trasmette fiducia verso chi si impegna nella difesa di un valore così importante.
Se fosse una canzone, “The Bard’s song – In the forest” dei Blind Guardian (il link che ho messo è della indimenticabile versione acustica).

lunedì 2 gennaio 2012

I miei ricordi nella Legione Straniera - Elio Della Casa

Questo romanzo è qualcosa di diverso dalla solita autobiografia sull’esperienza all’interno del famoso, e discusso, corpo d’elìte dell’Esercito Francese. L’autore, che dice molto poco di se stesso, propone la sua storia come un’amara accusa rivolta alla Francia per tutte le illusioni che nel tempo questa ha trasformato in dolorose condanne da scontare.
L’autore con questo romanzo propone i ricordi della propria vita segnata da emarginazione e difficoltà fin dall’infanzia, in un’Italia troppo impegnata a risollevarsi dalla guerra per prestare attenzione a situazioni di totale deriva sociale. Senza riferimenti adeguati, l’autore-protagonista finisce così per arrivare in Francia in cerca di fortuna, e subito intercettato dalla gendarmeria riceve la proposta di un arruolamento di cinque anni nella Legione Straniera, con in cambio la promessa di grandi opportunità di lavoro e riconoscenza da parte di quella che sarebbe diventata la sua nuova patria. Entusiasmo, incoscienza, e soprattutto necessità portano l’autore ad accettare l’offerta, che lo vedrà protagonista attivo in teatri di guerra, proprio mentre l’Italia con fatica si stava risollevando dal disastro bellico.
E. Della Casa a Kef El Amar 07.01.59
La guerra è sempre la stessa, e anche se cambiano i colori degli eserciti e gli scenari delle battaglie, l’orrore di questi racconti aggiunge soltanto altro sgomento di fronte ad un’assurdità talmente grande.
La storia prosegue anche oltre l’esperienza fatta con la Legione Straniera in Algeria, dapprima in Africa e poi a Parigi, terminando con la violenza inaudita di una condanna inflitta solo per aver cercato di inserirsi per anni in una società che dapprima aveva regalato promesse e alla fine restituito soltanto emarginazione e indigenza.
La lettura non è mai noiosa, anche se alcuni punti ha un ritmo decisamente più lento e spesso risulta evidente che l’opera non sia il prodotto commerciale di uno scrittore professionista, quanto piuttosto il duro racconto animato da rabbia e risentimento di un ex-soldato. E’ comunque un romanzo molto incisivo e duro.
Se fosse musica, “Le Boudin”, uno dei canti della Legione Straniera… penso che non ci potrebbe essere nulla di più rappresentativo!!!