Se non si conoscesse Eraldo Baldini, leggendo questo romanzo
ci si potrebbe aspettare una storia comune fatta di episodi semplici raccolti
con l’intenzione di distrarre e divertire il lettore. Tutto questo però è solo
l’apparenza: anche questa volta Baldini offre un noir, proposto però come
ricordo d’infanzia del protagonista, che ancora bambino non riesce a delineare
i contorni di tante situazioni offrendo episodi di vita divertentissimi, ma
trasmettendo la percezione di qualcosa di terribilmente grave in arrivo.
E’ la storia di Gigi, che racconta un periodo della propria
infanzia all’inizio degli anni ’60, quando stava concludendo le scuole
elementari e iniziava a scoprire il mondo circostante. Quasi tutto il romanzo è
un prologo e un’occasione per raccontare il suo grande amore per Allegra una
bambina di città trasferitasi nel suo mondo. Il suo mondo è Bagnago, un paesino
rurale della provincia emiliana. La povertà è ancora tanta, e Gigi ricorda le
grandi difficoltà della propria famiglia segnate dal difficile passaggio
dall’economia agricola a quella industriale.
La vita quotidiana è raccontata intorno a due elementi: la
trascinante attrazione per la solare e innamorata Allegra e il disperato
tentativo del protagonista di mettere insieme la somma di denaro necessaria per
acquistare la tanto sognata bicicletta blu, in vendita presso il negozio del
paese, confrontandosi con le difficoltà e le contraddizioni della propria
famiglia, ma anche con gli altri abitanti del paese. In questo modo vengono
offerte descrizioni stupende e dialoghi divertentissimi, intorno a situazioni
bizzarre e uniche. Come dimenticare il cugino Luciano e il suo famelico cane
Pesscan? Poi il tonto Paolino, Roberto Amadori e le sue balle, il nonno ed
Enrico il fratellino del protagonista, il Capitano e il suo oscuro passato,
Carlino con la sua palla gigante, ma anche la signora Tugnina e le sue favole
che finiscono tutte con l’arrivo dell’Uomo Nero.
Già, l’Uomo Nero. Compare dall’inizio, nel titolo ancora
prima del protagonista e della bicicletta tanto desiderata, come a ricordare
che anche se non si vede, il Male è sempre presente, magari ben nascosto, ma
sicuramente in agguato. L’Uomo Nero è un signor nessuno che vive in mezzo alle
pieghe della vita di tutti noi, un lupo dietro i cespugli di cui ci si ricorda
soltanto dopo aver perduto un’altra pecora, quella che per lui è soltanto l’ultima
preda.
Le prede non si difendo mai, soccombono di fronte al mistero
della vita, unica giustificazione del Male e della sua espressione, che con la
sua irruenza cancella la spensieratezza e la serenità dell’infanzia,
trasformando in modo irreversibile una vita spensierata, in una grigia
esistenza. Troppo facile, dopo aver letto questo libro, pensare a grandi casi
di cronaca che hanno sconvolto le coscienze.
Propongo un passo che ritengo particolarmente forte e
incisivo:
- L’Uomo Nero!
Arriverà; dovresti saperlo perché te l’ho raccontato tante volte, lui arriva
sempre. Anzi, è già qui, è qui da tanto tempo, ma adesso ha fame. E lo sai cosa
mangia vero?
- Le persone?
- Esatto. Le persone!
Il romanzo è stupendo e indimenticabile! Il ritmo della
narrazione è velocissimo e molto spesso ci si sorprende a scoppiare a ridere,
per poi tornare seri oltrepassando l’apparenza del punto di vista di un bambino
e riflettendo su situazioni che nulla hanno di comico. Le riflessioni che
stuzzica sono molto profonde,come il senso di sgomento e angoscia che lasciano.
Meravigliosa la descrizione dell’Amore tra due bambini di undici
anni, un sentimento fatto di passeggiate per mano, sguardi, cuoricini disegnati
e teneri regalini; questo romanzo mi piace ricordarlo così, come una
meravigliosa storia d’amore…
Consiglio la lettura a tutti, ma avverto che non si tratta
di un romanzo da ombrellone.
Se fosse una canzone penso che non potrebbe esserci nulla di
più espressivo di “Fear of the dark” degli Iron Maiden.