venerdì 8 giugno 2012

Cuore – Edmondo De Amicis


Cuore è il capolavoro di Edmondo De Amicis, nonché l’opera con la quale l’autore ha conquistato una fama ormai intramontabile nei secoli.
Il romanzo è stato scritto all’indomani dell’Unità d’Italia, nel periodo dell’incoronazione di Re Umberto I, in una Torino da poco non più capitale e animata ancora da entusiasmi rinascimentali di grande coesione sociale.
L’autore propone sottoforma di diario i ricordi di un anno scolastico di un bambino borghese, Enrico Bottini, con l’unico obiettivo di esaltare situazioni, episodi, e stati d’animo, con i quali il protagonista viene in contatto, anche se trattasi soltanto di letture proposte dall’indimenticabile maestro Perboni. La dimensione della narrazione ha un aspetto decisamente educativo, proponendo al lettore dei modelli di vita quotidiana con caratteristiche quasi eroiche e il preciso obiettivo di riconoscere nelle persone comuni i protagonisti delle vite più belle.
Il romanzo è il ritratto meraviglioso di un epoca dove la partecipazione popolare alla vita quotidiana era lo straordinario entusiasmo di essere protagonisti nella nascita di una nuova Nazione, qualunque sia stato il livello sociale, ma sempre con l’umiltà e la voglia di esserci.
Le storie raccontate sono ambientate quasi un secolo e mezzo fà e le diversità con la società odierna mettono ancora più in evidenza lo stato di deriva sociale ed educativa attuale rispetto a quelle proposte dal romanzo. I bambini sono i protagonisti e sono già dei piccoli adulti, attori del loro tempo, navigatori impavidi di quell’oceano di nome “vita”, fatto di piccole soddisfazioni, gioie, semplici giochi, amicizie, ma anche lutti, malattie, sofferenze. La missione educativa affidata agli adulti (insegnanti e genitori) trasmette un senso di rigore e umanità, ormai totalmente perduto nel desolante panorama del buonismo e del politicamente corretto che con le loro assurde contraddizioni stanno sotterrando decenni di modelli educativi esemplari. Non è necessario leggere questo romanzo per riflettere che al giorno d’oggi se un bambino cade dalla bicicletta si prospettano cause civili e addirittura penali per chi ha costruito il giocattolo, chi ha asfaltato la strada, chi gli ha insegnato ad andarci, chi bla bla bla … una bella differenza da modelli quali “Il piccolo scrivano fiorentino” o “Il Tamburino sardo”, per citare solo due degli indimenticabili racconti proposti nel romanzo.
Ritengo che quest’opera sia uno dei più importanti capolavori della letteratura italiana, e soprattutto un indimenticabile ritratto di quel modello educativo che ha permesso all’Italia di nascere e raggiungere il nostro presente attraverso due guerre e diversi decenni di miseria, dettagli che il nostro presente figlio del benessere e di finti miti intellettual-chic pare rinnegare.
Lo consiglio a tutti, per ricordare quello che è stato e riflettere sull’importanza dell’educazione quale valore fondamentale da trasmettere alle generazioni future.
Se fosse una canzone, l’indimenticabile “Gam Gam” di Ennio Morricone.

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