Il titolo di questo romanzo è molto essenziale, e soltanto
tenendolo in mano, si ha già l’impressione di aver di fronte un concentrato di
emozioni: solo 116 pagine.
Il romanzo parla di Lorenzo, un adolescente introverso, e
della sua difficoltà diinserirsi nel mondo che lo circonda. La storia è
proposta come un racconto autobiografico dello stesso protagonista, che con un
flahback narra un episodio molto importante della sua vita, quando dieci anni
prima, all’età di quattordici anni si chiude in cantina per fuggire
dall’oppressione della sua vita. Solo una fuga può concedere una boccata d’aria
di fronte ai genitori ansiosi per il suo carattere introverso, alla scuola
con le sue difficoltà; ai suoi compagni di classe, tutti troppo belli e
perfetti per riuscire a far parte del loro gruppo. L’occasione arriva quando
alcuni compagni di classe organizzano una settimana bianca e Lorenzo, non
invitato all’iniziativa, racconta il contrario ai genitori, che pur di
assecondare il desiderio di appartenere ad un gruppo gli concedono il permesso
di partecipare alla gita. La messinscena è l’unico modo per sottrarsi
all’attenzione dei genitori e chiudersi in cantina per regalarsi una
settimana di pace assoluta: i vecchi arredi del proprietario precedente, un
piccolo servizio igienico e una scorta di bibite e scatolame sono la garanzia
della tranquillità assoluta per immergersi in letture di fumetti, videogiochi e
soprattutto per sottrarsi alla quotidianità.
L’equilibrio non durerà molto e a scombinare i piani
arriverà Olivia, la sorellastra figlia di un precedente matrimonio del padre
con la quale Lorenzo ha sempre avuto sporadici rapporti.
Quell’incontro segnerà per sempre la vita del protagonista,
mettendo per sempre la parola fine sulla sua infanzia.
Il racconto finisce dieci anni dopo quella settimana, con un
finale tanto gelido quanto scontato, ma assolutamente sconvolgente: crescere è
difficile, a volte riuscirci è merito di una sana educazione, altre volte solo
di fortuna. Questo romanzo di formazione ci ricorda che la vita alle volte può
essere cattivissima.
L’autore propone una storia semplice, scritta intorno ai
pensieri di un quattordicenne introverso con una vita simile a quelle di
tantissime persone, per offrire il ritratto del carattere impavido ed eroico
che la disperazione può tirare fuori da ognuno di noi, ricordandoci con il
finale che a sopravvivere sono sempre e solo quelli più forti.
Il romanzo diverte e appassiona con una scorrevolezza
entusiasmante facendo sentire il lettore vicino al protagonista, sia nei
momenti più piacevoli, sia in quelli più dolorosi.
Mi è piaciuto molto, consiglio la lettura a tutti perché si
tratta di un bellissimo spunto di riflessione sulle apparenze dorate che spesso
sono in grado di nascondere verità molto dolorose.
Se fosse una canzone, “Ci vorrebbe il mare” di Marco Masini.
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