Questo romanzo è uno dei classici che solitamente vengono
proposti agli adolescenti, ma come già successo per altri capolavori mi trovo a
scoprirlo soltanto ora, che un adolescente non sono più da un bel pezzo.
Si tratta di un romanzo adolescenziale, per certi versi può
essere considerato anche un romanzo di formazione, tutto incentrato sulla vita
interiore del protagonista, Holden Caufield, adolescente disadattato e ribelle.
La storia, ambientata negli Stati Uniti tra la fine degli anni ’40 e l’inizio
dei ’50, si svolge tutta in una manciata di giorni, ed è l’epilogo
dell’ennesima espulsione del protagonista dalla prestigiosa scuola che
frequenta. L’episodio sconvolge l’equilibrio del protagonista, per le evidenti
ripercussioni sui rapporti con i genitori, in un delicato equilibrio di
amicizie, relazioni, sogni, aspettative condite con confusione totale,
immaturità disarmante e a volte anche tenerezza. Holden è tutto questo, un
ragazzino solo, segnato dalla vita per la morte del fratello, che vuole a tutti
i costi essere (e sembrare soprattutto a se stesso) un uomo adulto. Essere
uomini per un adolescente così confuso è difficilissimo, e la vita non
risparmia certo durezza e violenza, ma nonostante questo Holden riuscirà a tenersi
aggrappato a quanto di più importante la vita possa offrire: la famiglia. Nel
rapporto con la sorellina troverà la forza e il coraggio per non affondare,
profondamente motivato dall’importanza che costituisce il ruolo di fratello
maggiore.
Ripropongo un passo che mi è sembrato molto significativo:
Il capitombolo che
secondo me ti stai preparando a fare… è un tipo speciale di capitombolo,
orribile. A chi precipita non è permesso di accorgersi né di sentirsi quando
tocca il fondo. Continua soltanto a precipitare giù. Questa bella combinazione
è destinata agli uomini che, in un momento o l’altro della loro vita, hanno
cercato qualcosa che il loro ambiente non poteva dargli. O che loro pensavano
che il loro ambiente non potesse dargli. Sicchè hanno smesso di cercare.
[…]
Ciò che distingue
l’uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che
distingue l’uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa.
Il romanzo è molto particolare, offrendo come protagonista
un antieroe perdente, che ostenta con supponenza e arroganza la propria volontà
di evadere dalla condizione adolescenziale, rimediando continuamente sconfitte,
delusioni, ma anche botte e ferite. La narrazione è proposta come un
lunghissimo monologo fatto dal protagonista con se stesso, intervallato dai
dialoghi con altri personaggi, ma in tutti i casi si tratta di conversazioni
irriverenti, provocatorie, ribelli anche quando non ve ne sarebbe alcun
bisogno: Holden è tutto questo, un ribelle contro.
La lettura mi è piaciuta molto, e penso che il tema della
solitudine possa essere un ottimo spunto per consigliarne la lettura a tutti.
Se fosse una canzone “I need a hero” di Bonnie Tayler
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