martedì 22 maggio 2018

Walden. Ovvero vita nei boschi – Henry D. Thoreau

Quest’opera scritta nel XIX sec. è un attualissimo trattato di filosofia, che oggi, molto più di allora pone il lettore (quindi l’uomo) al centro di riflessioni cardine sull’ambiente e sul rapporto che la razza umana mantiene con tutto ciò che la circonda.
L’autore propone tali argomentazioni così profonde e delicate intorno alla propria esperienza autobiografica, di quando, giovane ventottenne, ha trascorso due anni in un bosco sulle rive del lago Walden nella contea di Concord, Massachussets. Il racconto della propria esperienza, fatta di isolamento, riflessioni, lavoro, ma anche contattati con il mondo “civilizzato”, offrono al lettore una prospettiva di osservazione della vita quotidiana assolutamente diversa e nuova. A colpire l’animo del lettore è proprio l’alternativa possibile e non imposta con la quale l’autore ha reso protagonista la propria vita di un’esperienza unica, fatta più per imparare che per dimostrare qualcosa. La natura circostante diventa così un elemento di purificazione e un maestro, oltre che una sfida continua dove per vincere è sufficiente credere in un’alternativa diversa da quella imposta dalla società dei consumi.
La narrazione è molto lenta, e alterna passaggi di pura filosofia ad osservazioni attente della natura, con ricche descrizioni su come coltivare il terreno e approfondite divagazioni di economia domestica, quali ulteriori dimostrazioni della assoluta fattibilità della propria teoria.
L’esperienza offerta è una condanna alla società ingorda di consumi, un’impietosa invettiva contro il mondo disumano che stava ponendo in quegli anni le proprie fondamenta arrivando ad essere ciò che conosciamo, con tutte le comodità allucinogene in grado di alienare l’Uomo dalla propria natura, trasformandolo in un servo di se stesso agli ordini di necessità superflue e inutili. Thoreau con il proprio percorso offre la visione di una alternativa diversa, serena e soddisfacente.
La lettura è estremamente lenta, molte volte davvero noiosa, ma non si riesce a riconoscere questa caratteristica come un difetto, apprezzando la lentezza come uno degli insegnamenti dell’opera. Fa riflettere, pensare e sognare.
Solo una raccomandazione… fate attenzione a questo libro: giunti al termine sentirete forte il richiamo o la tentazione di provare un’esperienza del genere, magari meno integrale, ma sicuramente affine quale dimostrazione dell’efficacia della lettura e dei buoni principi in essa contenuti.

Se fosse una canzone “Somewhere over the rainbow” di Israel Kamakawiwo’ole.

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