Questo romanzo è il terzo capitolo della “saga” del
bibliobus di Tundrum, piccolissimo paese sperduto nell’anonima provincia nord
irlandese. I protagonisti sono sempre il giovane inglese Israel Armstrong e il
burbero irlandese Ted Carson, in compagnia dell'insopportabile cane e
ovviamente del loro inseparabile furgone: il bibliobus appunto.
A rompere la monotonia quotidiana fatta di stanchezza e
necessità di cambiamento, per il giovane Israel arriva la convention annuale dei
bibliobus e l’amministrazione di Tundrum decide di far partecipare anche il
proprio veicolo.
Il viaggio avventuroso è condito di incontri divertenti e
situazioni inaspettate, ma anche di riflessioni tutt’altro che banali sul
concetto di casa e di radici individuali. Per Israel sarà tutt’altro che un
viaggio di piacere utile a rompere la monotonia: il suo luogo di origine è
cambiato, nel suo vecchio posto di lavoro non ci sono più gli esilaranti
amici/colleghi, e soprattutto la sua fidanzata Gloria è scomparsa, ingoiata da
una relazione a distanza molto più complessa nei fatti che nelle intenzioni.
Il romanzo è spesso divertente, ma soprattutto all’inizio si
ha difficoltà a prendere contatto con la storia (forse perché sarebbe utile
cominciare la lettura con gli altri due capitoli precedenti della saga) e i
dialoghi, e le descrizioni forse troppo accurate, rendono il ritmo lentissimo e
spesso mi sono trovato in procinto di abbandonare la lettura. Poi, con lo
svolgimento della storia, la narrazione assume un ritmo più incalzante, condito
da dialoghi e situazioni divertenti e comunque delineando già al lettore il
significato della storia.
Lo consiglio a tutti: si tratta di una lettura semplice, ma
anche utile a riflettere sul concetto di radici individuali.
Se fosse una canzone “Welcome home” dei Metallica.
Nessun commento:
Posta un commento