“Perché?”. Questa domanda è la prima
riflessione che la lettura di questo libro mi ha suggerito! Perché una persona
dovrebbe scrivere un libro su un argomento che disconosce completamente, offrendo
un’’accozzaglia di particolari sbagliati, correlati da fotografie (magari anche
carine ed interessante) accompagnate da didascalie assolutamente improponibili
da un punto di vista tecnico? Perché un editore dovrebbe pubblicare un lavoro
così assurdo, vendibile soltanto su internet (dove compri senza sfogliare) ad
un prezzo (per fortuna) molto basso?
Soldi? Pubblicità? Visibilità? … non
saprei proprio, l’unica certezza è che la lettura di questo libro è
assolutamente inutile: non insegna, non informa, non diverte, offrendo soltanto
l’amarezza di aver comprato una schifezza.
A questo punto offro una breve
carrellata di errori, quali ad esempio la foto di una special su base
Shovelhead presentata come il primo Softail del 1969, oppure una foto del mitico
Low Rider Daytona del 1994 con indicata la cilindrata di 1200 cc (peccato che
quella è la cilindrata dello Sportster), o ancora un WL con cilindrata 1340cc…
e potrei ancora proseguire!!!
Potrebbero sembrare dettagli di poco
conto, ma per un appassionato sarebbe come sostenere che la Basilica di San Pietro è
stata costruita in cemento armato da Giuseppe Verdi: la Basilica è sempre lì e si
fa apprezzare per le sue caratteristiche, ma la storia è fatta anche di queste.
Ormai l’ho comprato, è sulla mia
libreria vicino a testi decisamente diversi, e il suo unico valore è quello di
avere alcune foto rare.
Se fosse una canzone, la fantastica
“Brutta” dell’indimenticabile Alessandro Canino.
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