Questo libro del grande Reynhold
Messner è un tributo umano, sportivo e storico all’ancora più grande Walter
Bonatti. I due “mostri sacri” dell’alpinismo, oltre a scrivere la pagine più
importanti di questa meravigliosa e affascinante disciplina, nel corso delle
loro vite non hanno mai avuto modo di confrontarsi direttamente, anche per via
della generazione di appartenenza diversa, accontentandosi delle prospettive
che la stampa offriva di loro, creando rivalità e dissapori che nella realtà
non sono mai esistiti. Walter oggi non c’è più, ma la vita ha comunque offerto
un’occasione ai due per chiarirsi e confrontarsi, portando luce su troppe ombre
che perseguitavano Bonatti da quella terribile notte sul K2. Ok, questa è un’altra storia, ma in questo libro è uno
dei cardini fondamentali, in quanto la vita di Bonatti è stata
irrimediabilmente segnata da quell’episodio.
E’ curioso veder un eroe celebrarne
un altro, una dimostrazione di sportività e di rispetto di altri tempi a cui
non siamo abituati, e che offre al lettore un’occasione in più per amare questi
atleti che sono anche avventurieri, esplorarori, pazzi e sognatori, che con le
loro imprese hanno impresso i loro nomi nella storia.
Il libro è fatto molto bene,
alternando racconti storici con riflessioni attuali, e offrendo, anche al
lettore che non conosce il valore sportivo di entrambi, una meravigliosa presentazione,
nonché un’avvincente e appassionata storia.
Mi è piaciuto tantissimo, ma forse è
un giudizio troppo di parte, visto che già prima di cominciarlo ho sempre
annoverato i due alpinisti tra i miei supereroi preferiti.
Lo consiglio a tutti, anche a chi
non ha mai letto nulla del genere e guarderà le montagne all’orizzonte da sotto
un ombrellone in spiaggia: si parla di eroismo, amicizia, coraggio, fatica,
paura e umiltà, tutti valori che purtroppo non vanno più di moda.
Se fosse una canzone, la struggente
e stupenda “Hurt” di Johnny “Man in Black” Cash.
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