Si
tratta di un bellissimo saggio sulle tradizioni tipiche della vita
contadina del Piemonte. Maggior valore all’opera viene anche
offerta dalle numerose fotografie, nonché dalla ricca nota
bibliografica, nella quale trovare tutti gli approfondimenti che il
lettore volesse cercare.
L’analisi
argomentativa è fatta molto bene e propone in termini semplici, ma
anche efficaci e coinvolgenti la ricostruzione della vita contadina
di un passato che fino a pochi anni fa costituiva il presente da
diversi secoli. Si osservano infatti le commissioni tra la vita
quotidiana e la religione, la vera maestra di vita che ha costruito
la nostra società, forgiando coscienze e tradizioni, cultura e
istruzione.
Nel
libro vengono proposti approfondimenti su religiosità, abitudini,
celebrazioni, eventi, raccontando come questi fattori muovessero la
vita quotidiana della società agricola, fatta di fatiche, sacrifici,
ma anche feste, ricorrenze, tradizioni, espressioni di fede, e tutto
ciò che colorava la vita di chi è venuto prima di noi. Molte di
queste tradizioni vivono ancora, ma il confronto con la società del
terzo millennio le rendono sempre più anacronistiche, fuori moda,
fuori tempo, lontane dal modello sociale contemporaneo che vuole la
società in primo luogo laica, ma soprattutto anticristiana come
dimostrazione di emancipazione e progresso.
La
lettura ripropone i temi come un valore prezioso, da conservare, da
proteggere e di cui essere fieri ed orgogliosi. Scorrevole, curioso e appassionato è un libro al quale ci si affeziona riconoscendo molte volte racconti di nonni e anziani che certe realtà le vissero dal vivo.
Se
fosse una canzone “The Sound of Silence” interpretata dalla
piccola Jadyn Rylee.
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