Quest’opera
scritta nel XIX sec. è un attualissimo trattato di filosofia, che
oggi, molto più di allora pone il lettore (quindi l’uomo) al
centro di riflessioni cardine sull’ambiente e sul rapporto che la
razza umana mantiene con tutto ciò che la circonda.
L’autore
propone tali argomentazioni così profonde e delicate intorno alla
propria esperienza autobiografica, di quando, giovane ventottenne, ha
trascorso due anni in un bosco sulle rive del lago Walden nella
contea di Concord, Massachussets. Il racconto della propria
esperienza, fatta di isolamento, riflessioni, lavoro, ma anche
contattati con il mondo “civilizzato”, offrono al lettore una
prospettiva di osservazione della vita quotidiana assolutamente
diversa e nuova. A colpire l’animo del lettore è proprio
l’alternativa possibile e non imposta con la quale l’autore ha
reso protagonista la propria vita di un’esperienza unica, fatta più
per imparare che per dimostrare qualcosa. La natura circostante
diventa così un elemento di purificazione e un maestro, oltre che
una sfida continua dove per vincere è sufficiente credere in
un’alternativa diversa da quella imposta dalla società dei
consumi.
La
narrazione è molto lenta, e alterna passaggi di pura filosofia ad
osservazioni attente della natura, con ricche descrizioni su come
coltivare il terreno e approfondite divagazioni di economia
domestica, quali ulteriori dimostrazioni della assoluta fattibilità
della propria teoria.
L’esperienza
offerta è una condanna alla società ingorda di consumi,
un’impietosa invettiva contro il mondo disumano che stava ponendo
in quegli anni le proprie fondamenta arrivando ad essere ciò che
conosciamo, con tutte le comodità allucinogene in grado di alienare
l’Uomo dalla propria natura, trasformandolo in un servo di se
stesso agli ordini di necessità superflue e inutili. Thoreau con il
proprio percorso offre la visione di una alternativa diversa, serena
e soddisfacente.
La
lettura è estremamente lenta, molte volte davvero noiosa, ma non si
riesce a riconoscere questa caratteristica come un difetto,
apprezzando la lentezza come uno degli insegnamenti dell’opera. Fa
riflettere, pensare e sognare.
Solo
una raccomandazione… fate attenzione a questo libro: giunti al
termine sentirete forte il richiamo o la tentazione di provare
un’esperienza del genere, magari meno integrale, ma sicuramente
affine quale dimostrazione dell’efficacia della lettura e dei buoni
principi in essa contenuti.
Se
fosse una canzone “Somewhere over the rainbow” di Israel
Kamakawiwo’ole.
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