Il tema dell’intramontabile mito americano per eccellenza è
nuovamente il centro di quest’altro lavoro di Albert Saladini. Rispetto al
precedente (Harley Davidson – Cento anni di un mito) si offre al lettore una
panoramica fotografica e nozionistica sul tema delle modifiche, spesso
sostanziali, che contraddistinguono e rendono unica ogni moto. E’ risaputo
infatti quanto ogni possessore ami personalizzare la propria motocicletta,
seguendo stili e mode che come per l’abbigliamento seguono le influenze di
grandi stilisti. Nel libro vengono presentati in modo molto approfonditi grandi
bike-designer come Arlen Ness o Cyril Huze.
La pubblicazione risale ai primi anni duemila, e quando era
uscita appariva già vecchia in quanto come è facile supporre le mode cambiano,
si inseguono, in una dimensione di continua evoluzione. E’ curioso osservare le
foto di moto dove regnano protagoniste indiscusse le cromature, alle quali si
aggiungevano aerografie degne di un quadro impressionista, o imponenti
sovrastrutture di vetroresina che tanto andavano di moda negli anni ’90.
Non si parla di full-dressed, di swedish chopper, di bobber,
di digger, di drag-bike, di muscle-bike, di japan-style e sfogliando le pagine di questo libro
non esistono accenni alla travolgente tendenza vintage, che a vent’anni di
distanza avrebbe condizionato non solo le moto, ma anche l’abbigliamento. Questa
però è un’altra storia…
Il libro è certamente interessante, curioso e indispensabile
sullo scaffale di ogni appassionato: che piacciano o meno queste motociclette
hanno fatto la storia, e sono certo che un giorno qualcuno scoprendo l’acqua
calda, le tirerà fuori da un fienile polveroso, facendo scoprire a chi le
guarda quando siano “cool”!!
Se fosse una canzone “Everybody Hurts” dei R.E.M.
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